Ricerche Symbola 2021

Le attività audiovisive Post-Covid 19: impatti e potenzialità di rilancio della filiera

Fondazione Symbola | Ottobre 2021

Condividi su Facebook | Twitter | LinkedIn

Note metodologiche

Il 2020 si è aperto con una improvvisa crisi sanitaria globale indotta dal Covid (Corona Virus Disease 2019). Il virus, originatosi nella provincia cinese di Wuhan, si è successivamente diffuso in tutto il Pianeta. Ad oggi, in tutto il mondo, si contano oltre tre milioni di morti su quasi 150 milioni di casi accertati. L’Italia è stato uno dei paesi più colpiti, con oltre 4 milioni di casi e centoventimila morti, la maggior parte concentrati nella zona a confine tra Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna.

La strategia messa in atto dal Governo è stata quella di minimizzare le perdite umane e ridurre il carico di terapie intensive negli ospedali. Anche se tutto ciò ha permesso di limitare i carichi nelle strutture ospedaliere, il necessario blocco delle attività produttive ha aperto la strada ad una crisi economica senza precedenti. Un insieme di rilevanti difficoltà che, peraltro, hanno agito su un sistema di aziende ancora alle prese con i risvolti negativi derivanti dalla crisi finanziaria globale originatasi nel 2008.

Dall’11 marzo al 18 maggio 2020, infatti, l’economia italiana ha vissuto due mesi di lockdown, ovvero di chiusura di gran parte delle attività non reputate strategiche, al fine di contenere le possibilità di contagio tra la popolazione, periodo seguito da una riapertura di tutte le attività, per passare in autunno a chiusure diversificate per settore e per territorio (regioni rosse, arancioni e gialle) che hanno fortemente limitato la libera iniziativa imprenditoriale lungo tutti i mesi invernali.

In questo quadro, molte analisi economiche si sono concentrate su valutazioni prospettiche su un futuro difficile da decifrare, e le politiche economiche su un presente fatto di tante imprese da salvaguardare alle prese con difficoltà di liquidità e di sopravvivenza e di lavoratori a rischio con famiglie in grande sofferenza.

Il Prodotto Interno Lordo italiano ha fatto segnare un -8,9% in termini reali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente mentre le stime per il 2021 sono continuamente riviste al ribasso in vista del prolungarsi della crisi pandemica oltre le previsioni iniziali.

Rispetto al 2019, anche il numero di occupati è sceso, anche se su ritmi inferiori rispetto a quanto osservato per il PIL, essenzialmente grazie al blocco dei licenziamenti previsto dai decreti governativi che in questa fase si sono succeduti. I quasi 530mila posti di lavoro persi durante l’anno, infatti, hanno inciso per il 2,1% sul totale dei lavoratori dell’anno precedente (con situazioni peggiori in diversi contesti, tra i quali quello dell’audiovisivo), anche se iniziano a ravvisarsi ulteriori peggioramenti con i primi mesi del 2021, con ulteriori 400mila posti di lavoro erosi dalla crisi.

In un quadro come quello appena descritto, alcuni comparti produttivi hanno mostrato difficoltà ulteriori di quelle mediamente descritte, in particolar modo nel terziario.