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Sky raddoppia

10.07.2019

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C’era da aspettarselo, anzi era inevitabile: Sky ha annunciato lo scorso mese un nuovo hub produttivo inglese e il progetto di raddoppiare in cinque anni il budget dedicato alle produzioni, che passerà da mezzo milione a un milione di sterline (1.3miloni di dollari).

Il nuovo Sky Studios avrà come mission la produzione di contenuti originali – che immaginiamo siano per lo più serie, ma non solo – per i canali Sky di tutta Europa ma pure per le divisioni cable e broadcast di NBC e Universal Pictures.

Questi del resto rientrano sotto l’ombrello di Comcast, la grande compagnia di telecomunicazioni americana che l’anno scorso ha acquisito prima la quota Sky di proprietà di Murdoch e poi il resto della compagnia.

A dirigere gli Sky Studios sarà Gary Davey, che da anni lavora con il gruppo: partecipò al lancio di Cielo in Italia, quindi passò a Sky Deutschland in veste di Executive Vice President Programming per poi diventare Managing Director, Content di Sky Company, aggiungendo alle sue responsabilità in Germania quelle sui contenuti dei canali Uk e Irlanda (ad eccezione dello sport). Ha dichiarato: «Questa nuova elettrizzante impresa arriva nel momento perfetto per incontrare la crescente domanda di contenuti dei nostri clienti. Non vediamo l’ora di lavorare con l’intera comunità creativa, dai singoli autori ai grandi produttori indipendenti, per realizzare ancora più contenuti originali».

Più interessanti però le dichiarazioni del CEO di Sky Jeremy Darroch: «Questo è uno sviluppo trasformativo per noi. Sky Studios guiderà la nostra visione di diventare la principale forza europea di sviluppo e produzione di contenuti. La nostra ambizione è di rendere Sky Studios famosa per la qualità delle produzioni e un luogo in cui i migliori creativi d’Europa vogliano lavorare al loro meglio. Essere parte di Comcast ci permette di incrementare i nostri investimenti e di massimizzare i vantaggi e le leve tra il gruppo Sky e il nostro partner NBCUniversal».

La dichiarazione d’intenti è chiara: sviluppare contenuti di qualità, un catalogo “boutique” che implicitamente dovrà fare fronte alla inevitabile perdita di titoli HBO e forse anche di altre grosse entità americane come Showtime.

Si tratta di una sfida che Netflix sta affrontando già da un paio d’anni con un ritmo di produzione sempre maggiore (e forse insostenibile) per creare una library in grado di essere autosufficiente senza i titoli di Warner e Disney, che passeranno dall’essere alleati a concorrenti diretti con le loro incombenti piattaforme. 
Non è chiaro quanto il nuovo Sky Studios centralizzerà le produzioni di Sky, né è noto per il momento se l’aumento di investimenti sarà replicato anche in Italia e Germania (ma è probabile e auspicabile), di certo però è in scia con lo sviluppo produttivo della Sky inglese che dopo timidi e non sempre felici inizi (The TunnelFortitudeRivieraBritannia) ha inanellato almeno due ottimi successi di critica e pubblico come Patrick Melrose e Chernobyl. La prima è stata una coproduzione con Showtime e la seconda con HBO, come sarà anche il primo annunciato titolo di Sky Studios, The Third Day. Previsto per il 2020, quest’ultimo è un progetto molto promettente che riunisce il team creativo di Utopia, con Dennis Kelly come sceneggiatore e Marc Munden come regista (presumibilmente affiancato dagli inseparabili Cristobal Tapia de Veer alla colonna sonora e Ole Bratt Birkeland alla fotografia). 
Il cast vede protagonista Jude Law nei panni di Sam, attirato su un’isola della costa inglese dove gli abitanti si comportano in modo misterioso e i cui rituali lo travolgono. Una serie insomma sul crinale tra realtà e fantasia, mentre altre produzioni congiunte e già annunciate di Sky e HBO saranno sicuramente più realistiche, a partire dal period drama con Helen Mirren Catherine the Great, diretta da un regista di the Crown, Philip Martin, e sceneggiata da Nigel Williams, reduce da un’altra coproduzione internazionale come Il nome della rosa.

Sky e il gruppo di HBO, attraverso la cable Cinemax, uniranno le forze anche per Gangs of London, sorta di risposta inglese a Gomorra con una guerra tra bande nella Londra dei giorni nostri, ideata e in buona parte anche diretta da Gareth Evans, regista gallese di culto per i suoi film d’azione e crimine.
Come sappiamo anche la Sky italiana si sta dando parecchio da fare, oltre che con il suo pezzo da novanta Gomorra e con la conclusione della trilogia 1992-94, anche con i prossimi ZeroZeroZero di Stefano Sollima, The New Pope di Paolo Sorrentino e Anna di Niccolò Ammaniti (ignota invece la sorte di Il miracolo). E pure la Sky tedesca non è rimasta a guardare sfoderando negli ultimi anni produzioni di valore come Das Boot e soprattutto Babylon Berlin. Se si sommano i titoli da Italia, Germania e Inghilterra si arriva a un catalogo europeo più forte di quello di Netflix, e pure di Amazon e di HBO Europe. Senza però un adeguato supporto di titoli dello stesso livello da NBCUniversal, la concorrenza con gli altri colossi dell’intrattenimento occidentale, che sembrano ben più aggressivi per lo meno in senso quantitativo, non sarà semplice.

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