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I Trend Unscripted del 2019

di M. Chiara Duranti | 07.11.2019

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La classifica di format 2019
Archiviato il Mipcom (Cannes 14/17 ottobre 2019) è tempo di riflessioni per individuare alcuni macro-trend dell’intrattenimento nel genere unscripted. Dai dati diffusi durante la conferenza di Virginia Mouseler (Cannes, lunedì 14 ottobre 2019) la lista degli unscripted format è dominata dai talent show: al numero uno si posiziona ancora una volta The Voice (Talpa) con relativi spin-off (Kids e Senior), mentre tra i singing contest emerge All Together Now (Endemol Shine). Ancora una volta, imbattibile il quiz show The Millionaire (Endemol Shine) ma si affaccia il K-trend con il format coreano The King of Mask Singer (MBC) ormai adattato in 20 paesi del mondo, tra cui i top5 (Germania, Francia, Spagna, UK e Italia). Stabili i cooking show con Masterchef (Endemol Shine) e tra i game show: You can’t ask that (ABC commercial Australia), Guess my age e il sexy dating show Love Island che ha spopolato la scorsa estate sugli schermi di ITV ma è stato adattato anche in diversi paesi tra cui Germania.

I macro trend dell’unscripted entertainment
Questi i titoli più importanti dell’anno, ma vediamo in dettaglio quali sono alcuni dei trend di genere nell’unscripted.
È ancora drag queen-mania. Si era già visto al Miptv (Cannes 8/11 aprile 2019) quando alcune tra le più importanti società di distribuzione format avevano presentato alcuni insoliti titoli a cominciare dalla NBC Universal con il titolo The Diva in me (factual entertainment, 13×30’), trasmesso per la prima volta in Brasile con il titolo Drag me as a queen. Non da meno, la Warner Bros con il suo House of Drag e Hat Trick con The Drag Lab, ribattezzato Drag SOS all’ultimo mercato con il grande rilancio del format. Ebbene a Cannes le principali case di distribuzione avevano in catalogo un titolo a cominciare da Armoza Formats che ha presentato il divertente dating show Queens of Love mentre la società Passion Distribution ha definitivamente consacrato la drag RuPaul e la nuova versione inglese RuPaul’s UK Drag Race (BBC Three, 8×60’) come “regina indiscussa della Croisette”. Mipcom gli ha dedicato un panel al Grand Auditorium, mentre Variety lo ha insignito del prestigioso riconoscimento “Variety Vanguard Awards” ed una coda di buyers e simpatizzanti ha atteso ore per farsi una foto con Charles al Martinez durante un esclusivo cocktail. Non dimentichiamoci che da alcuni anni RuPaul colleziona premi televisivi dal 70th Primetime Emmy Awards (Los Angeles, 17 settembre 2018) all’Unscripted Breakthrough Awards come miglior programma dell’anno (Natpe Miami 22/24 gennaio 2019) tanto per citarne alcuni. I numeri parlano chiaro: il mondo di RuPaul ha già conquistato milioni di telespettatori, arrivato alla 12 stagione in USA, è stato venduto in Olanda, Australia, Svezia, Svizzera, Canada.
Dunque, drag queen mania, un trend consolidato ma non esasperato, inteso come una filosofia di lifestyle pop in cui ognuno di noi può trovare la propria bellezza nascosta anche grazie all’estrosità dei suoi esuberanti protagonisti, come nel format israeliano Queens of Love, laddove le tre drag queen sono cruciali nella selezione dei candidati per una single disperata.

Ma non è solo lustrini e paillette, un altro grande trend consolidato è quello della terza età, questa volta letto con l’occhio dei millennials. In Lodgers (Banijay Rights) alcuni ragazzi vivono a casa di un anziano in cambio di compagnia: alla fine della settimana trascorsa insieme, si decide se continuare o lasciarsi. Stesso concept nel format inglese OAP B&B (BBC Studios), i teen non pagano l’affitto ma dedicano parte del loro tempo agli anziani soli e bisognosi di affetto. Più intenso e drammatico è il format olandese (sempre all’avanguardia nell’affrontare temi scottanti come eutanasia, malattie terminali etc.) Take over, Take care, in questo caso sei celebrità accudiscono altrettante persone malate, anziani e disabili. Questo permette ai familiari una settimana di svago in una località di vacanza, mentre emerge prepotente il problema dell’assistenza familiare e dei costi che gravano interamente sulle famiglie.
Sono sempre i nonni i protagonisti dell’intenso factual My Parent’s war distribuito da DRG. Alcune celebrità intraprendono un viaggio emozionante alla ricerca del loro passato, attraverso la ricostruzione di eventi drammatici avvenuti durante la II Guerra Mondiale scoprendo gesta ed imprese eroiche dei loro nonni.
Sono invece allegri e pieni di vita invece gli arzilli vecchietti del format polacco Sanatorium of Love (TVP1, 10×45’). I dodici (sei donne e sei uomini) accettano un soggiorno in un lussuoso hotel tra le cime dei monti e qui tra giochi, balli ed escursioni nascono amicizie e amore over 70.

È tempo anche per #diversity e accoglienza. Niente discriminazioni né barriere come in Restaurante sin barreras, format nato in una piccola indipendente tv basca (EiTB 8×60’). In questo caso un gruppo di ragazzi con disabilità fisiche e mentali lavorano in un ristorante accompagnati da veri chef per mostrare al mondo che possono preparare gustosi piatti e vincere i pregiudizi. Tema questo che avevamo già visto anche al MIPTV di aprile, quando la società tedesca Red Arrow International aveva lanciato il format The Restaurant that makes mistakes trasmesso in UK. In questo caso il team era composto da persone con problemi mentali.

Confermato il trend dei k-formats provenienti dalla Corea dopo il successo esploso con The Masked Singer e l’adattamento americano della FOX. Il format è stato adattato in 20 paesi, come abbiamo già detto: in arrivo in Germania e UK, in Francia dove TF1 lo ha lanciato lo scorso ottobre e Italia (dovrebbe partire su Rai 1 nel 2020). Si tratta dell’espressione più brillante dell’invasione asiatica di un genere, quello dei singing talent show, visto anche nei programmi come 300 War of United Voices, dove gli artisti ballano e danzano insieme ai loro fan. Questo format è già stato licenziato in Germania, mentre è stato opzionato in Francia, Italia, Spagna, Olanda e USA. Citiamo anche Fan Wars, trasmesso da SBS: una sfida all’ultimo applauso tra gruppi di fan che si esibiscono cercando di attrarre più voti, supportati dai loro cantanti preferiti. In Super Hearers, trasmesso da tvN il game si mescola con il musical show, mettendo in scena due gruppi opposti gli “Hearers” contro i “Villains” per cercare di indovinare un cantante.

Infine, non possiamo non citare i game show, genere che non può mai mancare, vista la crescente richiesta di concept sempre più innovativi.
Ha dominato il nuovo format di Banijay Don’t il cui concept si identifica con l’ordine di “non fare qualcosa”. Ha stupito il divertente format israeliano di Gil Format Laughing all the way to the bank, in cui un concorrente vince denaro se riesce a far ridere una cattivissima contabile di un network televisivo nel lasso temporale di un tragitto in limousine. Mentre si intensifica la collaborazione con i creativi giapponesi e produttori occidentali per creare nuovi game show come in Time is money di TBS sviluppato insieme all’autore inglese Dave Winnan di Global Creative e il Network giapponese. In questo caso in studio una celebrità condivide i propri segreti per risparmiare tempo e denaro. In Red Carpet Survivol di Nippon TV la sfida è tra due gruppi e i loro bodyguard che attraversano una serie di prove ed ostacoli per vincere, in Block out distribuito dalla tedesca Red Arrow Studios ma nato in collaborazione con la giapponese Nippon TV i concorrenti non solo rispondono ad una serie di quiz trivia, ma devono rimanere sospesi su un muro di mattoni senza cadere nel vuoto.