Negli ultimi anni, un crescente interesse verso i temi del terziario avanzato hanno spinto gli stakeholders a concentrare l’attenzione sulle tematiche relative alla creatività. Questo perché, come notato da alcune ricerche di successo, il legame sui territori tra la presenza di queste attività e la creazione di ricchezza appare sempre più evidente, soprattutto nelle economie già mature.
Uno degli ambiti su cui maggiormente ci si concentra all’interno di queste analisi è relativo ai settori dell’audiovisivo, con special riferimento alle attività legate alla produzione e distribuzione cinematografica. Si tratta di attività connesse alla dimensione metropolitana e dalla natura essenzialmente labour intensive, collegata a competenze di alto profilo.
Proprio l’importanza della dimensione professionale del capitale umano impiegato dalle imprese dell’audiovisivo spinge il presente documento ad approfondire le principali caratteristiche di lavoro nel settore, inteso questo come l’unione di cinque classi produttive:
59.11 – Attività di produzione, post-produzione e distribuzione cinematografica, video e programmi tv;
59.12 – Attività di post-produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi;
59.13 – Attività di distribuzione cinematografica, di video e di programmi televisivi;
59.14 – Attività di proiezione cinematografica;
60.20 – Attività di programmazione e trasmissioni televisive.
All’interno di queste attività, è dunque possibile analizzare l’impiego di forza lavoro nel settore potendo isolare le principali categorie professionali tracciate dalla statistica ufficiale (al quarto digit della classificazione delle Professioni realizzata dall’Istat): 2552- Registi, direttori artistici, attori, sceneggiatori e scenografi; 3172 – Operatori di apparecchi per la ripresa e la produzione audio-video; 3432 – Tecnici dell’organizzazione della produzione radiotelevisiva, cinematografica e teatrale. altre professioni.
Queste tre categorie professionali, complessivamente, incidono per il 46,8% dell’occupazione settoriale (tra le cinque classi produttive), con i soli operatori di apparecchi per la ripresa ad incidere per oltre un quarto (25,9%). A seguire, i tecnici della produzione (12,2%), registi, direttori artistici, attori e sceneggiatori (8,7%).
Ripartizione delle professioni cinetelevisive per classi di età
I dati che emergono descrivono un sistema produttivo in cui il lavoro è concentrato soprattutto nella fascia 35-44 anni (36,5% contro una media nazionale del 27,2%), mentre gli over 55 incidono per appena il 14,8%; 5,6 punti percentuali in meno del resto dell’economia.
Nel complesso, tra i sei anni trascorsi (dal 2011 al 2017), emerge chiaramente una minor propensione all’assumere relativa agli ultimi anni, che si riflette sul peso dei più giovani (under 35) all’interno dell’occupazione settoriale.
Ripartizione delle professioni cinetelevisive per classi di età
La ripartizione per titoli di studio restituisce un quadro estremamente favorevole, con più di un terzo dei professionisti che operano nel settore dotati di un diploma di laurea (33,7%); oltre dieci punti percentuali al di sopra della media italiana (23,0%).
Tra gli occupati dipendenti, il 76,7% opera secondo un contratto a tempo indeterminato mentre le forme più instabili incidono molto se confrontate con il resto dell’economia (15,4%), il che è essenzialmente spiegato dalla natura “a progetto” delle attività poste in essere dalle imprese del settore. Solo una parte residuale (poco più del 10%), infine, non possiede un diploma secondario; si tratta di un valore che certifica ancora la qualità della forza lavoro impiegata dalle imprese, visto e considerato come, analogamente, la quota percentuale riferita agli altri settori superi abbondantemente quota un terzo.
Ripartizione delle professioni cinetelevisive per posizione professionale
La suddivisione interna evidenzia come anche nelle professioni tipiche del cinetelevisivo sia aumentato il ricorso a contratti a tempo determinato, cresciuti dal 7,1% al 26,9%.
Nel complesso, la crescente flessibilizzazione delle forme contrattuali non sembra aver risparmiato il settore dell’audiovisivo, pur se su ritmi analoghi a quelli dell’intero sistema economico nazionale.
Il part-time, sembra interessare poco i professionisti del settore (20,2% contro una media nazionale del 18,7%) mentre, tra le posizioni professionali, la composizione interna al settore sembra premiare le funzioni di quadro (10,9% contro 5.1%) e di impiegato (47,6% contro 33,4%).
Ripartizione delle professioni cinetelevisive per tipologia contrattuale
Ovviamente, la natura terziaria delle attività limita il ricorso alle figure operaie, le quali incidono per appena il 4% (35,8% nell’intera economia).
Le figure di libero professionista, invece, come era lecito attendersi, mostrano un ruolo più incisivo, stante un differenziale di incidenza superiore ai 10 punti percentuali (29,6% contro 19,5%). Si tratta di una caratteristica tipica delle attività del terziario avanzato, dove è spesso difficilmente individuabile la distinzione tra liberi professionisti e aziende individuali.
Ripartizione delle professioni cinetelevisive per posizione professionale