È stata recentemente presentata un’importante ricerca sulle piattaforme indipendenti europee e del mercato Video on Demand (VOD) e SVOD (Subscription Video On Demand) nell’ambito dell’ultima edizione dell’Industry dell’IDFA di Amsterdam, il più importante Festival di documentari del mondo.
Uno studio promosso da Euro Docs e da Docs Barcelona – quest’ultimo Festival è un nuovo partner della divisione doc del MIA Market – e realizzato da Eurovod, ovvero la Federazione Europea delle piattaforme VOD e SVOD rivolte alla distribuzione di cinema e prodotti audiovisivi indipendenti.
Fondata nel 2010, Eurovod riunisce 32 servizi VOD legati a 19 paesi per 34 territori e le sue parole d’ordine riguardano la cooperazione, il networking, la messa in comune di alcune risorse e – soprattutto – la trasparenza e lo scambio dei dati per capire le peculiarità e le reali potenzialità del mercato continentale.
Silvia Cibien Delegato Generale di Eurovod ha stressato a più riprese il tema della necessità di collaborare a livello europeo per fare fronte ai giganti del tech americano come Netflix, Amazon, Apple Tv e Disney +, ma anche per creare nuove forme di business in grado di andare a tutelare la diversità culturale europea e la possibilità di ottenere per i produttori del vecchio continente risultati importanti sia sul piano economico che culturale.
Nel 2018 le revenues del mercato OTT a livello globale vedono tra i primi 5 SVOD player Netflix, Amazon, Disney, AT&T seguiti in maniera assai più modesta dalla Lega del Baseball USA, da Viacom, Google, Comcast, Lionsgate e dall’NBA. “In Europa, ma anche nel resto del mondo ci troviamo davanti ad un mercato ancora molto frammentato.” Osserva Silvia Cibien “Ci sono molti player diversi con modelli di business differenti a fronte di un business dominato dai “Tech Giants”, dalla pubblicità e dall’e-commerce.”
Sebbene si tratti di un mercato in crescita, risulta abbastanza chiaro che lo sviluppo del VOD, nell’immediato, non riesca a compensare quanto si è perso dal declino dei noleggi e delle vendite legati al prodotto ‘fisico’. Inoltre la Pay-Tv ha ancora un ruolo preminente con l’87% dei profitti e il 65% degli abbonati. Nel 2017 il mercato audiovisivo europeo è complessivamente valso circa 112 miliardi euro con l’On Demand che ha portato a casa il 5% di quel valore a fronte del 6% ottenuto dal theatrical e della Pay Tv che domina con il 30%.
Nel 2018, il mercato Home Video si è diviso con il 67% dato dal Dvd, mentre il TVOD ha toccato il 35%. Per quello che, invece, riguarda lo SVOD la Pay Tv ha toccato l’87%, mentre OTT hanno raggiunto il 13%.
Ed è una vera babele linguistica quella dei servizi home video: nel 2018 in Europa hanno convissuto 220 servizi SVOD con 445 differenti versioni linguistiche, mentre per i 130 servizi TVOD le lingue erano 371. Guardando alle revenues per utente la misura ARPU (average revenue per user) dice che i singoli utenti hanno speso mediamente 6.7 Euro per servizi SVOD a fronte di una media di 20.4 Euro per quelli TVOD.
Nel 2018 in Europa Netflix e Amazon insieme hanno raggiunto il 79% degli abbonati (77 milioni) e il 74% delle revenues (circa 5.4 miliardi di Euro) con una strategia che prediligeva le produzioni originali a scapito delle acquisizioni di prodotti europei. Il podio europeo vede Netflix al primo posto con il 54% delle revenues dei già citati 5.4 miliardi del mercato SVOD seguita da Amazon con il 20%. Terzo, ma distanziato con solo il 6% di market share, Sky Europe cui seguono MTG – Viaplay con il 4%, HBO con il 2%, ProSiebenSat1 con il 2% e – ancora CMore con il 2%. “La buona notizia è che grazie alle nostre piattaforme VOD i titoli europei circolano di più, si raggiungono pubblici più diversi e anche di nicchia, c’è una maggiore disponibilità di contenuti, spesso, innovativi in termini sia di formati che di storytelling, e che il genere documentario sta prosperando come mai prima di ora.” Sottolinea Cibien “il 34% dei titoli presenti sul mercato sono stati disponibili solo in VOD, il 43% dei titoli theatrical dell’ultimo triennio è disponibile on line e l’attuale catalogo on line vede complessivamente disponibili 55000 film, 6500 titoli televisivi 187.000 puntate di serie Tv.”
Secondo Cibien la sfida commerciale, ma anche culturale alle piattaforme americane deve snodarsi lungo alcune direttrici specifiche “Dobbiamo proporre al pubblico un’offerta variegata, ma anche estremamente curata sul piano editoriale, puntando ad audience targettizzate, ma anche andando a insistere sulla diversità rispetto ai titoli proposti dai nostri principali competitors. In questo senso è evidente che le piattaforme europee debbano puntare maggiormente sui titoli europei e su quelli indipendenti, ma anche sulla valorizzazione dei grandi cataloghi già presenti in Europa. Non c’è nessun’altra strada per diventare più forti e competitivi che quella di lavorare insieme.” conclude il Delegato Generale di Eurovod.